Diciannove metri per 135 tonnellate distribuite su otto assi: le E 428 per un quarto di secolo sono state le ammiraglie delle Ferrovie dello Stato in termini di dimensioni, velocità e prestazioni; protagoniste degli anni Trenta, seppur con qualche iniziale incertezza, insieme alle automotrici e agli elettrotreni. Allo stesso tempo sono state le ultime locomotive con carrelli portanti e ruote motrici di grande diametro: ultime esponenti del principio che contemplava la proporzionalità diretta tra le dimensioni degli assi e la velocità.
Costrette progressivamente a ricoprire ruoli secondari dalle moderne locomotive dei gruppi E 646, E 444 ed E 656,hanno comunque calcato i binari della penisola per più di mezzo secolo, accompagnate per un verso dalla loro proverbiale affidabilità e dall’altro dalla tendenza a imbizzarrirsi allo spunto con spettacolari, quanto fastidiose, slittate.
Una locomotiva con un carattere forte, che ha lasciato il segno, e che è sempre intrigante ricordare come se fosse ancora qui a impressionarci con la sua imponenza.
Diciannove metri per 135 tonnellate distribuite su otto assi: le E 428 per un quarto di secolo sono state le ammiraglie delle Ferrovie dello Stato in termini di dimensioni, velocità e prestazioni; protagoniste degli anni Trenta, seppur con qualche iniziale incertezza, insieme alle automotrici e agli elettrotreni. Allo stesso tempo sono state le ultime locomotive con carrelli portanti e ruote motrici di grande diametro: ultime esponenti del principio che contemplava la proporzionalità diretta tra le dimensioni degli assi e la velocità.
Costrette progressivamente a ricoprire ruoli secondari dalle moderne locomotive dei gruppi E 646, E 444 ed E 656,hanno comunque calcato i binari della penisola per più di mezzo secolo, accompagnate per un verso dalla loro proverbiale affidabilità e dall’altro dalla tendenza a imbizzarrirsi allo spunto con spettacolari, quanto fastidiose, slittate.
Una locomotiva con un carattere forte, che ha lasciato il segno, e che è sempre intrigante ricordare come se fosse ancora qui a impressionarci con la sua imponenza.