La Sezione Agorà vi propone una visita guidata alla mostra “Dalì, Magritte, Man Ray e il Surrealismo” che offre uno sguardo a 360° sulla poetica, onirica, assurda e affascinante del Surrealismo Europeo.
Ospitata al Mudec di Milano la mostra presenta una collezione d’arte unica al mondo che spazia tra dipinti, sculture, grafica, oggetti rari, periodici e manifesti che aiutano a comprendere le più complesse sfaccettature che questa corrente del ‘900 ha declinato nel proprio linguaggio espressivo.
Tra i capolavori di Man Ray, Max Ernst, Magritte, Paul Delvaux e Dalì, solo per citarne alcuni, avremo modo di esplorare tutte quelle tematiche, arcane e allucinate che rendono il Surrealismo una delle correnti più contorte e vaste dell’arte: tematiche come il sogno, l’amore, la morte, la paura, l’inconscio o il doppio muovono dal Dadaismo fino al Surrealismo più maturo in un gioco di rimandi e di inganni, facendo in modo che la mostra di Milano diventi anche un modo per interrogare noi stessi su ciò che consideriamo reale, sugli scherzi dell’inconscio umano, sul richiamo primitivo e ancestrale, su cosa ci conduce alla meraviglia di una scoperta sempre nuova di ciò che ci circonda e che può essere letto in maniera diversa se lo si guarda da una prospettiva inedita.
La Sezione Agorà vi propone una visita guidata alla mostra “Dalì, Magritte, Man Ray e il Surrealismo” che offre uno sguardo a 360° sulla poetica, onirica, assurda e affascinante del Surrealismo Europeo.
Ospitata al Mudec di Milano la mostra presenta una collezione d’arte unica al mondo che spazia tra dipinti, sculture, grafica, oggetti rari, periodici e manifesti che aiutano a comprendere le più complesse sfaccettature che questa corrente del ‘900 ha declinato nel proprio linguaggio espressivo.
Tra i capolavori di Man Ray, Max Ernst, Magritte, Paul Delvaux e Dalì, solo per citarne alcuni, avremo modo di esplorare tutte quelle tematiche, arcane e allucinate che rendono il Surrealismo una delle correnti più contorte e vaste dell’arte: tematiche come il sogno, l’amore, la morte, la paura, l’inconscio o il doppio muovono dal Dadaismo fino al Surrealismo più maturo in un gioco di rimandi e di inganni, facendo in modo che la mostra di Milano diventi anche un modo per interrogare noi stessi su ciò che consideriamo reale, sugli scherzi dell’inconscio umano, sul richiamo primitivo e ancestrale, su cosa ci conduce alla meraviglia di una scoperta sempre nuova di ciò che ci circonda e che può essere letto in maniera diversa se lo si guarda da una prospettiva inedita.